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Ridotto Nazionale

La Storia

RIDOTTO NAZIONALE

Con la situazione strategica creatasi con la vittoria della Germania, il ridotto è il solo terreno in cui il nostro esercito avrebbe opposto una valida resistenza. Il 22 giugno 1940 la Germania e la Francia firmano il cessate il fuoco. Nella situazione del momento le vie di collegamento dirette fra la Germania e l’Italia passano dalle Alpi svizzere e i transiti diventano quindi vitali per le nazioni belligeranti.

È chiaro che la Germania allo stato attuale può esercitare enormi pressioni sul governo svizzero e non da ultimo procedere ad un attacco. L’alto Comando Tedesco (OKW) mette allo studio diverse alternative di un’invasione della Svizzera.

Il generale Guisan, dopo uno studio di pianificazione, convoca i Comandanti di Corpo per effettuare una scelta drastica: mantenere l’esercito nelle attuali posizioni o ritirarsi sulle Alpi dove è possibile difendersi con maggior successo.

Anche con l’occupazione del territorio al piano, con la distruzione delle vie d’accesso, dei passi, un attaccante deve fare i conti con una guerra di montagna, logorante, lunga e di difficile soluzione.

La configurazione del terreno alpino non è certamente simile ai territori della Polonia, Francia e Belgio, dove esistono grandi possibilità d’aggiramento. Nelle alpi un attaccante è incanalato in accessi obbligati con poca possibilità di manovra. Il terreno aiuta il difensore.

Nonostante le ragioni militari della scelta del Ridotto forti preoccupazioni sorgono in quanto una parte del paese deve essere abbandonata al nemico senza combattere. I pareri sono contrastanti e la scelta rimane controversa con i rischi psicologici causati dall’abbandono della popolazione civile dell’Altopiano. Se è consolante che l’esercito si sarebbe difeso su un terreno più adeguato, cosa sarebbe avvenuto degli abitanti del rimanente territorio abbandonato?

Il Generale, dopo l’approvazione del Consiglio Federale, decide la costituzione di un Ridotto Nazionale, su una posizione allargata che comprende le piazzeforti di Sargans, St. Maurice e Gottardo. Queste fortificazioni diventano il cardine della difesa svizzera e sono quindi potenziate al massimo possibile. Per quei tempi 1939 – 1945 si indicano cifre di crediti d’armamento per Fr. 2'142'449'000.00

La roccia è scavata, il terreno ostile è asservito ai bisogni della guerra. La truppa si mette al lavoro scavando cunicoli, gallerie e dove la natura ha lasciato aperto un valico, lo stesso è chiuso. Sono messi in postazione cannoni, mortai, mitragliatrici, si prepara la distruzione di strade e ponti.L’esercito è fatto ripiegare in seguito sulle Alpi e nel Ridotto. Dopo la preparazione della sistemazione delle truppe, i trasferimenti delle scorte, nel maggio del 1941 tutte le nove divisioni hanno completato il ripiegamento del Ridotto.

Dalla seconda metà del 1941 fino a quando le sorti della guerra si stanno delineando, tutto il grosso dell’esercito è definitivamente fortificato sulle Alpi.
Tutti gli assi di penetrazione, ogni passaggio obbligato, valico, transito è bloccato con sbarramenti di vallata. Strade e ponti sono minati e sono create nuove difese e rinforzate quelle già esistenti.
Per l’esercito svizzero, principalmente di fanteria, con scarsa motorizzazione e una limitata difesa anticarro e contraerea, la soluzione di fortificazione nelle Alpi con una forte concentrazione permette, infatti, di risolvere parzialmente le difficoltà d’armamento. I combattimenti decisivi si sarebbero svolti sulle montagne dove, seppur in inferiorità, si sarebbe trovato un forte alleato nel terreno. I difensori del ridotto, in caso di guerra, non resterebbero entro le sue mura. La difesa sarebbe stata sempre attiva e aggressiva.

Il Ridotto sorge quindi a simbolo della resistenza del popolo svizzero contro un eventuale aggressore.
La posizione centrale del ridotto è anche garante nel futuro per una Svizzera libera e democratica perché una parte del paese rimane libero e senza alcun governo in esilio.
Il possesso dei principali passi della catena centrale e le vie di comunicazione ferroviarie sull’Asse nord – sud fa della Svizzera la custode neutrale dei passi alpini. La Svizzera adempie i suoi doveri di paese neutrale e difende il suo territorio contro ogni invasore.

Alcuni dati sull’esercito svizzero dal 1939 al 1945:
Nelle opere fortificate dal 1940 al 1945 sono installati:

  • 1'350 mitragliatrici;
  • 200 affusti a perno per M1 e mitragliatrice;
  • 300 affusti a perno per cannone di fanteria;
  • 80 cannoni da fortezza da 4.7 cm;
  • 80 cannoni da fortezza di cal. da 7.5 cm a 15 cm;
  • 250 affusti speciali per cannoni da truppa da cal. 7.5 a cal. 15 cm.


Sono assegnati agli arsenali:

  • 350'000 caschi, 1'600'000 berretti, 900'000 tuniche, 780'000 giubbe da montagna, 2'100'000 pantaloni, 670'000 cappotti, 837'122 scarpe da marcia, 796'256 scarpe da montagna;


  • Per l'equipaggiamento degli uomini abili al servizio militare nei nuovi reclutamenti nel 1939 furono fabbricati 1'800 moschetti al mese, 4'600 nel 1941, per passare ad una media di 4'300 pezzi negli anni seguenti.


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