Sito Ufficiale Forte Mondascia


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LONA

LONA 80




Nel 2020 abbiamo diversi eventi che ricordano gli ottanta anni della linea di difesa LONA.

MANIFESTAZIONE ANNULLATA

GENESI DELLA "LONA"


La parola LONA nome di copertura della linea di difesa costruita in Valle Riviera, deriva dalle prime due lettere di Lodrino e dalle ultime due di OSOGNA. Lo sbarramento militare, composto da molte opere di diversa tipologia è composto da tre linee.
L'ostacolo anticarro, prima linea con opere di difesa situate sulla pianura e in pareti rocciose, costruite tra il 1939 e il 1940 e concentrate primariamente tra Lodrino e Osogna. Vi troviamo opere come la casamatta (Bunker nel campo sportivo, i fortini di artiglieria di Santa Pietà e di San Martino).
Le opere della seconda linea: (dagli anni 60) sono state costruite nel dopoguerra, attorno agli anni sessanta. Questa linea è costituita da fortini sferici (VOBAG) prefabbricati e interrati e oggi, non rivestendo più alcuna utilità vengono progressivamente demoliti.
Le opere della terza linea, che sono il supporto di artiglieria della line Mondascia - Mairano, postazioni oggi in disuso e di cui Mondascia è la parte ancora meglio conservata e oraanche Museo di Storia Miloitare doe sono conservate le armi della LONA fino ad oggi. Questa era invece la seconda linea di difesa nel periodo bellico 1939/45.

STORIA


La LONA era stata costruita come sbarramento difensivo in caso di attacco proveniente da SUD e per proteggere l'imbocco della Valle Leventina e della Valle di Blenio da parte del nemico.
I lavori di costruzione dello sbarramento iniziarono nel 1939, poco prima della mobilitazione generale e terminarono per la maggio parte nel 1943, ma anche dopo la guerra. Ci furono dei progetti per edificare lo sbarramento a Biasca già dal 1917, ma non vennero mai attuati poiché il generale Wille ordinò la cessazione di tutte le attività di fortificazione, lo stresso anno il Ticino meridionale fu messo sotto il comando della divisione di Montagna 9.

La scelta della zona di Lodrino - Osogna per la costruzione dello sbarramento difensivo e della zona Mondascia e Mariano per la seconda linea per le postazioni di artiglieria era imposto dalla posizione tra Biasca e Bellinzona, per la ripidità dei fianchi della montagna, la presenza di valli laterali scoscese, la ristrettezza del fondovalle (circa 1300 metri tra i due lati) e anche per la linea sinuosa del fiume Ticino che divideva il fondovalle in due zone di ineguale ampiezza con l'impossibilità da andare da un lato all'altro se non con i ponti di Claro e Biasca.

La costruzione fu anche dovuta alla preoccupazione dello SM di un eventuale attacco avioportato e meccanizzato nel Piano di Magadino e l'imbocco della valle Riviera, essendo Bellinzona difficilmente difendibile. Quindi si trattava in poche parole di costituire un sbarramento " a Nord di Bellinzona e a sud di Biasca, la LONA costituiva il limite anteriore del fronte sud nella strategia difensiva del San Gottardo e del Lucomagno ed era un ulteriore rafforzamento della difesa del territorio durante la Seconda guerra Mondiale.
Infatti era previsto un piano, anzi ne furono fatti due, di invasione dal parte dell'Italia passando per il Vallese, il Ticino e parte dei Grigioni , nel mentre la Svizzera tedesca avrebbe dovuto restare sotto l'influenza della Germania.

La LONA doveva quindi assicurare una posizione di difesa per le nostre truppe e avere la possibilità di contrattaccare il nemico giunto alle porte di Bellinzona.
Lo sbarramento della Lona rispecchia lo schema classico applicato in tuta la svizzera per lo sbarramento delle valli alpine, l'ostacolo anticarro ha infatti la forma di una V rovesciata (con la punta verso Nord).
In Svizzera furono costruiti ben 11 sbarramenti di vallata. La V rovesciata permette al nemico di portarsi avanti in modo che possa essere colpito ai fianchi.

Il 1 maggio 1945 la situazione di potenza di fuoco della LONA è così descritta: 45 mitragliatrici modello 1911 raffr. a acqua)due archibugi di calibro 24 mm, sei cannoni anticarro calibro 4,7 cm e quattro cannoni di calibro 7,5 cm.
Inoltre a Mondascia e Mairano otto cannoni da 12 cm.
Per gli attacchi aerei si era pensato di tendere dei cavi da una sponda all'altra della valle con sospensione di mine ( non risultano fatti).
La costruzione dello sbarramento, compreso Mondascia, fu fatta dalla truppa, a ma le opere furono completate da alcune imprese ticinesi (della regione e non). Dato il forte rischio di invasione tutte le opere vennero costruite dando la priorità all'efficienza combattiva (si costruivano le caverne per le armi , poi in seguito i corridoi e stanze per la truppa).

A partire dal 1941 il dispositivo della LONA veniva subordinato al comando della Brigata di frontiera 9.
Dopo la fine delle guerra i forti vennero a intervalli regolari modernizzati, con la costruzione di deposi munizioni ecc…con tutta una serie di prefabbricati (VOBAG).
La Lona è stata costruita a tempo record e lungo la linea era possibile fermare e contrattaccare il nemico.


ARMAMENTO

Sono in dotazione alla linea LONA nei fortini:
24 pezzi di artiglieria, numerevoli cannoni anticarro, mitragliatrici 11 (in seguito la 51) e leggere, per un totale di almeno 62 armi da fortezza oltre a quello mobili e semimobili. I fortini costruiti in caverna e cemento armato sono 23. (in seguito obici da 10,5 in sost. dei 12 cm.)
Un numero notevole di armamento mai visto in altri sbarramenti svizzeri. Nel dopo guerra, dopo il periodo della guerra fredda, l 'autostrada ebbe un'influenza particolare sulla LONA e la linea anticarro, come pure le nuove armi come i lanciamine di fortezza di calibro 12 cm e l'introduzione delle armi teleguidate.

Il primo gennaio 1995 l'esercito ha declassato una parte delle opere, i forti di artiglieria in particolare l'inventario delle opere di combattimento e di condotta ha permesso di salvaguardare alcune opere, la maggior parte è smatellata completamente di tutti gli impianti. Un esempio di utela è il forte di Artiglieria di Mondascia, gestito da FOR.TI trasformato in museo Militare dal 1999.



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